L'illusionista all'opera

L’illusionista all’opera

Sono rimasto sbigottito leggendo l’intervento del presidente della giunta regionale toscana Enrico Rossi sulle pagine del quotidiano Il Tirreno dello scorso 10 aprile con il titolo «Prato, la Cina e la lotta al sommerso». Talmente sbigottito che ho percepito dentro quella sensazione che i tedeschi chiamano fremdschämen ovverosia sentirsi in imbarazzo per qualcosa che qualcun altro ha fatto o, in questo caso, scritto.

Già in apertura il prode Enrico agisce come il pifferaio di Hamelin suonando una musica stantia ma irrimediabilmente provocante e elogiativa per la nostra città adducendo la rinascita del tessile e la rinascita del distretto tessile più importante d’Europa, ma si tratta di un tratto farsesco e strumentalmente opaco per ammaliare quei lettori che, come i topi della favola, sono rimasti colpiti dalla vellutata suadenza. Peccato che poche righe più sotto si mostri la vera ipocrisia perché non si parlava di Prato e dei suoi cittadini ma dei ”nuovi”cittadini, quelli che producono ricchezza e che lo invitano a un simposio organizzato appositamente dalla CNA locale per glorificare le “nostre” eccellenze economiche cinesi. Non è una novità che il trepido Enrico non ci ami particolarmente e che a malavoglia venga verso Prato se non per invito di un qualche compiacente ras locale. Nella sua manifesta alterigia quando si riferisce a rinascita del tessile, alla città del futuro, alle eccellenze d’impresa non pensa ai pratesi ma ai cinesi! Con il trangugiamento dell’ospedale rivelatosi insufficente e con la promettessa di fondi per il raddoppio della declassata adesso in piena campagna elettorale, dopo averli negati per anni, dimostra quella manieristica arroganza del “io sò io, e voi nun siete un cazzo!”

Ma come tutti i pavidi evita di scoprirsi fisicamente salvo farlo con attorno gente innocua e compiacente, prefererendo rispondere a mezzo stampa o tramite Facebook per elargire pillole concentrate di ignoranza e superbia sempre e comunque evitando come la peste il contatto con la gente, con i pratesi veri, quelli sanguigni che mescolano invettive e moccoli quando subiscono dei torti, con quelli intellettuali che smascherano il suo castello di menzogne.

L’ultima, in ordine di tempo, è quella dove dichiara di aver elargito a Prato poco più di due miliardi di euro durante il suo mandato! Perdio, Pinocchio era un dilettante in fatto di bugie, ma ancor più dilettante se sperava di moltiplicare gli zecchini seminandoli nel campo dei miracoli, quando bastava usare una spacconata come l’emulo del divino mago Otelma.
Ma non solo. Nel proseguo dell’articolo il boombastico autoincensamento per i progressi raggiunti nella sicurezza dopo due anni appena il rogo della Teresa Moda, svela il trucco dell’illusionista, l’artificio del cazzaro, mostrando la vera faccia dell’affatturatore Rossi che prima del tragico evento negava con forza l’esistenza di un problema cinese a Prato.

Il saccente governatore della Toscana si mostra nudo quando ammette di aver saputo dall’emiliano Romano Prodi e dai “molti analisti” imboscati in qualche ufficio di via di Novoli, che i cinesi di Prato provengono tutti da Wenzhou. Bastava una telefonata al sindaco di Prato per saperlo. Forse però ripensandoci bene, sarebbe stato un dialogo tra una effervescente nullità e un delirante d’onnipotenza.

Tornando all’intervento sul giornale si scopre un Enrico Rossi vestendo i panni di Adam Kadmon rivela che tutti i giorni un milione di euro prende la via della Cina attraverso i Money Trasfer in un criminoso “sistema Prato” che tutti già conoscevano tranne lui! Un milione di euro al giorno?? Ogni giorno un milione di euro?? I casi sono due: o l’illegalità cinese è più vasta di quel che ci immaginiamo oppure Enrico Rossi usa il solito sistema di calcolo usato nella Asl di Massa e nei conti MPS di Siena!!

Non c’è niente da fare. L’affabulatore di Pontedera è la minestra surgelata che ci viene servita tutti i giorni alla mensa dei media, un minestrone in cui galleggia di tutto e di più: dall’arroganza del pidocchio rifatto, alla sfrontata distruzione di diritti e identità locali come se fossero relitti di un ridicolo passato pur di ingraziarsi i nuovi potenti amici orientali che sicuramente finanzieranno la sua campagna elettorale.

Dulcis in fundo il governatore del paese di Acchiappacitrulli dispensa speculazione spicciola quando si tratta di agevolare i “suoi” ROM, quando si tratta dl depredare il magro portafoglio di chi lavora onestamente aumentando i ticket sanitari, quando nega equivalente  parità di trattamento per quelle famiglie che a Prato hanno perso dignità lavoro e soprattutto la casa.
La ricerca della vanità è potente negli uomini dozzinali, quelli con lo scopo ultimo e poco nobile di esacerbare gli animi altrui facendosi belli coi selfie insieme ai vicini di casa oppure sotto la grande muraglia di palloncini vermigli della comunità orientale. Saprei io cosa fare con un bel bastone da selfie, ma di quelli pesanti……..