occupypd  L’emblema di questa sinistra è ben raffigurato dal ruzzolone di Epifani sul palco di Avellino. Fortunatamente il segretario pro tempore del PD non si è fatto niente; ma la figuraccia mediatica potrebbe essere, per assurdo, il simbolo della catastrofica situazione del partito, anche a livello nazionale. Sono sicuro che il principe De Curtis, in arte Totò, avrebbe tirato fuori i cornetti rossi scacciaguai e ci avrebbe creato una gag da far impallidire il duo Tognazzi-Vianello nel famoso sketch sul presidente Gronchi.

Un partito diviso su tutto, in lite su tutto e con anime diversissime tra loro che fa impallidire la vecchia DC delle correnti! La testa che pensa in una maniera e la coda che si muove per conto proprio, il vertice proiettato in un ennesimo inciucio e la base sempre più smarrita e annichilita su se stessa che getta sfoghi di rabbia e strali in ogni direzione. Per esempio un’anima dura e pura di militanti si è riunita nella nostra città per la giornata dell’incontro nazionale di #occupypd.
Per chi non lo sapesse #occupypd nasce per organizzare il dissenso diffuso verso una linea decisa in maniera frettolosa, escludente e non partecipata. Nasce per evitare che, dietro a riposizionamenti e rimescolamenti di facciata, tutto continui come sempre. Nasce da giovani che tengono al PD, e che si sono stufati di stare a guardare. Quindi un nuovo corso di “rottamatori di sinistra” in antitesi con il “destrista” Renzi ma che hanno in comune con il sindaco di Firenze l’auspicio di un cambiamento al vertice. Ed è proprio dal vertice che conviene partire. Con la sua neghittosità di rinnovarsi e con l’arroganza dei suoi più brillanti docenti, Finocchiaro Dell’Ikea e Zanda Devovederelecarte, ha trovato una brillante soluzione: quella di proporre un disegno di legge  per vietare ai movimenti senza uno statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, di presentarsi alle elezioni. Insomma, un accenno dittatoriale che di fatto precluderebbe tutte le liste civiche a partire dal Movimento 5 Stelle!

L’ultima mossa di un vecchio sistema oligarchico che cerca in maniera dozzinale di sterilizzare il malcontento di base, visto che sul piano politico è allo sbando completo. Della loro storia hanno ormai dimenticato tutto: idee, entusiasmi, programmi, speranze… hanno persino dimenticato il futuro. Rimane, come nelle code delle lucertole che continuano ad agitarsi dopo essere state staccate, solo qualche riflesso pavloviano di leninismo del vecchio Pci. E allora cosa sperano questi giovani di sinistra? E cosa speriamo noi cittadini di Prato dal maggior partito della città?

Michelangelo, quando scolpì il Mosé, si aspettava da un momento all’altro che parlasse, tanto era vera l’espressione umana della statua. Si aspettava un miracolo. Ma sarebbe stato un ben piccolo miracolo di fronte al PD pratese che, proprio nella città ospitante l’incontro di #occupypd, avesse cavalcato la tigre della protesta chiedendo a gran voce a Epifani “Perché non parli?” dando una scossa di cambiamento. Inutile chiederlo a quella specie di Pietà, immota sulle proprie incertezze, della segretaria Bugetti che ha solo temporeggiato e non si è schierata, alla stessa maniera degli altri esponenti del PD locale. Poteva essere l’occasione giusta per rilanciare il partito in vista delle prossime amministrative comunali, magari dicendo qualcosa di sinistra e senza sbattere più in quel muro di gomma rappresentato dal potere economico delle partecipate che hanno svenduto Prato e che hanno portato un sonoro schiaffo al vecchio modo di fare politica, elevando Roberto Cenni allo scranno più alto dell’amministrazione di Prato. Quindi perché meravigliarsi dell’ #occupypd?  Semmai ci sarebbe da meravigliarsi di questi “mandarini” che ancora non hanno capito il popolo disorientato, disincantato e incazzato proteso verso i vaffanculo e verso quel populismo imperante nel suo uso demagogico. Da questo PD che, anche a Prato,  ha ormai perso ogni velleità di sinistra rimanendo con la forza espansiva pari al getto di una pistola a acqua.

Un altro week end politico penoso e sprecato.