futuro E’ uso che gli attorucoli da strapazzo, quelli della compagnie erranti, per esprimere i finti sentimenti previsti dal copione debbano alzare la voce usando toni roboanti, moltiplicare le smorfie, sospirare, allargare gli occhi, versare lacrime con la cipolla, allargare la braccia, buttarsi in ginocchio e recitare sotto la guida del gobbo nascosto nel proscenio. Una pratica vecchia fin dai primordi del teatro, ma ripresa e riproposta oggi da coloro che desiderano darsi un tono ed elevarsi dall’inespressività congenita di cui sono dotati. Chissà cosa avrebbe pensato Corneille della sortita melodrammatica dell’assessora all’agenda digitale del comune di Prato quando ha messo come priorità per la scuola, l’accesso al wi-fi e alla banda larga dimenticandosi le polemiche fatte dal suo partito contro la giunta Cenni per la mancanza della palestra alla scuola media Don Bosco di Maliseti. Ci vuole proprio una bella faccia di tolla per dimenticarsi del corteo del 25 gennaio scorso voluto dal presidentissimo Giovanni Mosca e dall’allora candidato sindaco Matteo Biffoni per impegnare l’amministrazione comunale a affinché partissero i lavori per la costruzione della palestra. Addirittura il presidentissimo bollò come effimere promesse e propaganda mediatica tutte le proposte della giunta Cenni e rassicurò, lui personalmente, le mamme degli alunni che la palestra sarebbe stata fatta, certo della vittoria e di un futuro posto di prestigio in seno all’amministrazione cittadina. Invece è successo che il presidentissimo è ormai divenuto un ex, macerato nell’oblio, e che ai proclami di stampo elettorale, si siano sostituite baggianate roboanti per riempiersi la bocca. E allora, dopo l’attor cane ecco il guitto da strada per addomesticare la reminiscenza della gente puntando sulla tecnologia affinché non ricordi le striscioni e polemiche per la suddetta palestra. Sicuramente Corneille, si sarebbe piacevolmente sorpreso nel constatare che là dove ha agito vezzeggiata e indisturbata per tantissimi anni la banda del buco più sistematica tenace e sfrontata di Prato, quella che rispondeva più ai bisogni delle partecipate che a quello dei cittadini, questa si sia riciclata di presunta civicità continuando il programma della giunta precedente salvo indossare la maschera piangente tanto cara al teatro greco. Perché the show must go on e le opere devono proseguire per non scoprire la nullità d’intenti di questa giunta comunale.
Ecco perché ci si aspettava l’immediato via ai lavori per il sottopasso della declassata con quei progetti già pronti che in campagna elettorale Biffoni sventolava di fronte alla Tv; ci si aspettava una nuova bocciatura del bilancio comunale e la denuncia alla Corte dei Conti per il famoso buco dei 22 milioni di euro; ci si aspettava l’avvio della demolizione del vecchio Misericordia e Dolce per la realizzazione del già progettato parco urbano sognato da qualche ex pasdaran verde dalla barba bianca; ci si aspettava la rinascita dello sport pratese con un assessorato forte e competente; ci si aspettava, dicevamo, anche l’avvio dei lavori per la nuova palestra alla Don Bosco…. Invece tutto continua a riprova della proterva fanciullaggine viziata di giovinastri che si sono trovati la pappa fatta e sono decisi ogni oltre ragionevole dubbio a continuare a mangiarsela. Quindi vai con la palla grossa, con i concerti e gli eventi in centro storico, con la movida serale e con tutto quel panem et circensens denunciato a suo tempo da qualche austero avvocato senza senso dell’umorismo. Tutto avanspettacolo quindi, anche perché con soli 250 mila euro stanzianti per le scuole pratesi dal governo dell’amico premier ci rientra giusto qualche tinteggiatura a nuovo e, appunto, la banda larga da generazione tecno-renzista