beffeÈ una luminosa e fredda serata di san Silvestro con cielo limpido, allietata dagli sprazzi di neve mattutini e vassoi ricolmi sulle tavole pronte per essere apparecchiate. Seduti a convivo, sicuramente aspettando raffinati tortelli di pesce o il rombo con verdure (lontani anni luce dal nazional-popolare cotechino di capodanno o dall’austero sedano alla pratese) il sindaco Matteo Biffoni, i componenti della giunta, i consiglieri di maggioranza, si apprestano a festeggiare questo primo capodanno di governo. Nell’attesa del tradizionale cenone, si starà discutendo del più e del meno davanti a un’alzata in porcellana piena di biscottini di Mattonella, bicchieri di spritz, salatini e bottiglie di prosecco come se, da un momento all’altro, dovesse materializzarsi il Cappellaio Matto a cristallizzare l’improbabile idillio ricordando a tutti che mancano poche ore alla fine di questo 2014 accomodandosi a tavola. Sicuramente, da miopi vanagloriosi, non verranno tratti sostanziali interrogativi per questi primi mesi di governo che classifica l’attuale giunta comunale come una delle più antalgiche e sciape, peggiore forse anche di quella Romagnoli, anzi si siederanno al loro tavolo imbandito consci di poter disporre di tutta la richezza offerta da questa città. Con buona pace del maestro Sem Benelli, i Chiaramantesi del locale PD hanno sottratto la bella Prato ai propri cittadini, vessandoli con scherzi atroci di dubbio gusto: dalle lettere sulle tasse a mò di propaganda alla pubblicazione sull’albo delle famiglie morose degli asili; dal silenzio sulla diffusione della dengue al via libera per costruire appartamenti e negozi nell’ex area MeD; dall’aumento ingiustificabile della Tasi alle ridicole detrazioni per le famiglie; dal mancato ricorso al Tar su l’ampliamento di Peretola al supino declassamento del teatro Metastasio per compiacere Firenze; dagli alberi secchi spacciati per abeti natalizi ai pancali in centro costati ben 100.000 euro……. tanto per citarne alcuni.
Forse bisognerebbe mettere un limite di legge alle fesserie o fare come nei contratti per le chiavette internet: dopo due giga di stronzate sei  fuori, non ti colleghi più. Il limite dovrebbe essere quello dopo il quale l’ipocrisia diventa ridicolo finendo per degradare l’immagine di Prato e degli suoi sfortunati cittadini che si ritrovano attori di questa farsa drammatica e beffarda in perfetto stile 2.0.

Con tutto questo, ci si sarebbe aspettato che i cittadini, come tanti Giannetto Malespini, si ribellassero a questi continue angherie senza ne capo ne coda urlando forte il loro disappunto aiutati anche dai Tornaquinci dall’opposizione, ma tant’è.

I pratesi sono abitudinari, finiscono per assuefarsi al ripresentarsi di regimi della sinistra, seppur rilustrata a nuovo, come lo sono gli stereotipi che ci accompagnano. Facciamo discorsi tragici nonostante le nostre maschere siano comiche mentre con leggerezza lasciamo passare queste cose ed anche i nostri tiranni, si presentano magari in nuova luce e poi si sbracciano nelle espressioni più ridicole e più oscenamente sgangherate, oltraggiando noi osannando la gobba dei loro rigoletti o elevando la statura dei loro nani. Più semplicemente, come direbbe Ceccherino il taverniere, siamo passati dal potere dello scherzo, spacciato per salvifico e leggero, allo scherzo del potere, disarmonico, remoto eppure invasivo, crudele fino alla prossima dissipazione di un intera città.

Aspetterò l’anno nuovo con imparziale distacco mentre osservo questa cena delle beffe di cui, incosapevolmente, faccio parte e seppur seduto brechtianamente dalla parte del torto perché tutti gli altri posti sono aggio dei soliti noti, solleverò fiero il calice come di tradizione esclamando: “……chi non beve con me, peste lo colga!