manipulation-manipolazioneEsiste uno spirito di sollevazione e rivolta, una protesta vociata e sbandierata da parte dei cittadini pratesi contro il piano per il nuovo aeroporto di Peretola. Esiste la consapevolezza che eravamo siamo e rimarremo sempre sudditi di Firenze e di un potere maggiore, impastati a calce in quella piramide di partito-azienda che ha da sempre governato la Toscana. Ne facciamo parte in maniera talmente inconsapevole che abbiamo giudicato gli ultimi cinque anni come fossero una virgola tra numeri cardinali.
Come Charlot che in “Tempi Moderni” rimane incastrato nell’infernale macchinario, anche noi siamo rimasti incastrati nel florilegio di menzogne che ci hanno propinato sull’effettiva azione di contrasto che il comune di Prato intende (se intende) mettere in atto contro la costruenda pista parallela. Siamo rimasti talmente abbagliati da questo fuoco fatuo di resistenza che non ci siamo accorti di ciò che veramente sta succedendo dietro le quinte.
Prendiamo come esempio pratico l’ultimo documento del Centro Studi 2.0 e analizziamolo attentamente. Scopriremo che, a parte le supercazzole, le contrapposizioni neppure troppo celate che annuiscono da una parte e negano dall’altro come un Giano bifronte e qualche vecchio cavallo di battaglia tanto caro alla sinistra (il Creaf, per citarne uno) contiene un fatto incontrovertibile, assodato e riconosciuto unanimemente da tutti coloro che l’hanno letto attentamente e hanno un minimo di intelligenza: tutto è già deciso. Difatti il dichiarare che dovremmo pagare il dazio dell’aeroporto mostra un accondiscendenza verso il potere che lascia basiti e frastornati. E per dimostrare che fanno sul serio, offrono la prospettiva che sia meglio essere stuprati con il burro alla Ultimo Tango a Parigi di Bertolucci anziché alla maniera brutale raccontata da Pasolini nel suo Le 120 Giornate di Sodoma.
Coloro che avevano elevato e vinto una tornata di elezioni amministrative locali con un hastag di Twitter legandolo a un programma di governo cittadino, che avrebbero dovuto rappresentare l’intelligenza della sinistra pratese, che secondo le intenzioni e le speranze di molti avrebbero dovuto risollevare le sorti di questa città, adesso stanno chiedendo ai cittadini di calare le braghe e prenderlo in quel posto, “perché così è la vita”.

Ma c’é dell’altro, forse molto peggiore dell’idea cretina partorita dalla solita madre sempre gravida. Sull’intera questione dove il sindaco tentennante e la mummificata giunta dalla linea piatta si trincerano nel silenzio oppure dietro poche frasi smozzicate e estorte di bocca come un dente cariato, c’é un silenzioso benedicente assenso verso la sortita dei suoi “intermedianti” che rende bene l’idea sull’effettivo vuoto decisionale da parte del primo cittadino, che lo rende simile a un personaggio da Teatrino dei fratelli Ferraiolo. Insomma qualcun altro deve tirare le fila e prendere le decisioni; qualcuno che sta più in alto nella scala gerarchica, e che ha lo scopo, non secondario ma banalmente dimostrativo, di rendere palese l’ostentazione che siano loro a comandare e di continuare a fare come più gli pare e piace.
Ecco spiegato il silenzio del sindaco, il silenzio dei fantasmi della giunta, gli studi di compensazione per limitare i danni. Tutte indicazioni chiare su quanta considerazione abbia la città di Prato, su chi veramente comanda a Prato e su chi veramente decide per Prato! Ecco perché è necessario che i cittadini debbano avere una visione del domani basata su valori diversi e opposti rispetto a questa continua manfrina del viluppo, intesa come predominante ideologia sociale. Perché siamo noi cittadini i veri padroni della nostra città, quelli che vogliono decidere del proprio futuro in maniera autonoma senza che qualcuno debba obbligarci per ragione di partito.